Il Consiglio dei Ministri ha approvato in data 9 marzo il decreto legislativo che recepisce la direttiva (UE) n. 2019/1937 del Parlamento europeo e del Consiglio, ormai conosciuta come “direttiva whistleblowing”.
Il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione ha affermato sul sito dell’ANAC che: “Finalmente l’Italia recepisce in via definitiva la direttiva europea sul whistleblowing da ANAC fortemente voluta e richiesta. La tutela del whistleblower è un diritto fondamentale, riconosciuto a livello internazionale, e rappresenta un’estensione del diritto di libertà di espressione.”
L’ANAC diventa ora l’unico soggetto competente a valutare le segnalazioni e l’eventuale applicazione delle sanzioni amministrative sia per quanto concerne il settore pubblico che quello privato. Il decreto si applicherà a tutti i datori di lavori del settore pubblico e privato, a prescindere dall’adozione del modello organizzativo ex D.Lgs. n. 231/2001.
Le tutele del decreto legislativo whistleblowing si applicano a coloro che dovessero segnalare violazioni (non solo illeciti) di cui siano venuti a conoscenza nell’ambito della propria attività lavorativa. Per i soggetti del settore privato che hanno lavoratori subordinati non superiori a 250, l’obbligo di istituzione del canale di segnalazione interna avrà effetto a decorrere dal 17 dicembre 2023.
L’applicazione della Direttiva avrà anche ripercussioni sul trattamento dei dati personali, per cui gli enti dovranno adeguare la valutazione d’impatto (DPIA) e adottare le conseguenti misure tecniche e organizzative per evitare trattamenti indebiti o violazione dei dati personali.